mercoledì 16 maggio 2012
Camminare
è un gesto a suo modo rivoluzionario nel mondo di oggi; ma, macchina
fotografica in spalla e cagnolino al braccio, ecco che riparto per un altro dei
miei giri, alla scoperta di luoghi e cose a me conosciuti e sconosciuti.
E così, in una
giornata piovigginosa e grigiastra, mi rimetto in cammino per raggiungere le
vecchie miniere di mercurio che si trovano sul Monte Amiata. AI miei occhi
appare un spettacolo triste, di abbandono totale: case dismesse, ferri
arrugginiti, una sorta di rete circonda il tutto. Con un po’ di coraggio,
voglio chiamarlo così, e di intraprendenza giornalistica, sperando che nessuno mi veda, riesco ad oltrepassare
questa “linea di confine”, a vedere un mondo che si rivela in tutta la sua
desolazione, tristezza, e ripeto, abbandono!
Ed eccomi con la mia macchina
fotografica a scattare foto su foto, cercando di riprendere tutte queste
“sensazioni” che provo! A cercare di sentire, di capire, di ascoltare se ci sono ancora le voci, i pensieri le anime di chi ci ha lavorato e vissuto per l'intera vita, respirando queste polveri che si mischiano a l'aria così pulita e tersa delle pendici della montagna.
Comincia a piovere ed allora vado a fare un giro nel
museo della Miniera di Abbadia San Salvatore; un vecchio minatore ci fa da
guida, ci racconta le sue esperienze vissute tanti anni fa, il pericolo che
correvano, i danni causati dal minerale che estraevano….lo fa però con un senso
di orgoglio, cosa che tira su i miei pensieri che sono andati a cercare gli abitanti di queste viscere della terra. G
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