martedì 21 aprile 2009

"Questione di cuore" regia di Francesca Archibugi


21 aprile 2009

     Buongiorno,
ieri sera al cinema Fiorella a Firenze è stato proiettato il film "Questione di cuore" della regista Francesca Archibugi.
Inserisco qui sotto alcune recensioni del film che condivido, scritte da critici cinematografici di grande valore:
Autore: Lietta Tornabuoni - Testata: La Stampa
Una bellissima storia di amicizia maschile e bravissimi attori stanno al centro di Questione di cuore (...) La bravura degli attori, specialmente di Kim RossiStuart, è grande (...) Albanese, bravissimo sempre, sembra una molla caricata di vitalità (...) Bisogna essere davvero bravi per ottenere qualcosa di simile, e lo è Francesca Archibugi, da sempre architetto dei sentimenti, investigatrice delicata e forte del cuore della gente, eccellente direttrice d’attori e analista d’Italia.
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Autore: la Repubblica - Testata: la Repubblica
È un film molto italiano Questione di cuore; ma per classificarlo, la più efficace sembra l´espressione inglese comedy-drama: quel tipo di storia dove commedia e dramma si fiancheggiano di continuo, gestendo alternativamente le emozioni dello spettatore. Drammatico l´incipit: in montaggio parallelo, i due protagonisti finiscono al pronto soccorso per attacco cardiaco. Angelo sembra l´erede dei semplici "poveri ma belli" della nostra commedia nazionale; anche se, col suo lavoro di carrozziere, provvede bene a una famiglia già numerosa: moglie incinta, Rossana, una figlia adolescente, un ragazzino. Quanto ad Alberto, pare il suo opposto speculare: è colto e sarcastico, dissipatore, instabile negli umori come nei sentimenti. L´incontro, in sala rianimazione, genera una strana-coppia. Accomunati dalla malattia, i due diventano grandi amici: come se ciascuno fosse l´unico capace di capire stato d´animo, fragilità e speranze dell´altro. Il sodalizio cambia soprattutto la vita Alberto, che va ad abitare con Angelo e i suoi; finché l´aggravarsi delle condizioni del secondo non innesca un processo di cui sarebbe peccato dire di più. Storia (tratta dal romanzo semi-autobiografico di Umberto Contarello) di un grande gesto d'amore, il film è - si diceva - anche una commedia, spesso divertente ma senza rinunciare a motivare l'evoluzione psicologica dei caratteri. Angelo e Alberto subiscono una regressione: già l´amicizia (come l´amore) è regressiva; loro però, dopo la paura, recuperano l´ingenuità un po´ cialtrona e disarmata degli adolescenti. Benché sembri un film declinato al maschile, Francesca Archibugi rivolta delicatamente le carte mettendo al centro di tutto una donna, Rossana, intorno alla quale ruotano gli avvenimenti. L´andamento del racconto è verosimile, senza forzature, con particolari accurati, simboli discreti (la Rolls bianca e la 500 nera), acute notazioni d´ambiente (il Pigneto, dov´è la casa di Angelo). Unica nota stonata, forse, la visita ad Alberto, degente in ospedale, dei vip del nostro cinema; con Carlo Verdone che si fa il verso, simpaticamente fuori luogo. Ma, se lo sono, si tratta di peccati veniali. Il cast principale, quello funziona molto bene; e Albanese, in un "carattere" insolito per il nostro cinema, è davvero eccellente.
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Autore: Paolo Mereghetti - Testata: Il corriere della sera
(...) La Archibugi dimostra in questo film di saper usare al meglio tutti gli strumenti di cui può disporre un regi sta. Come la sceneggiatura (firmata in prima persona) che sa evitare le tante trappole che un tema così poteva dis seminare, a cominciare dal facile pieti smo che può innescare la malattia. E come la scelta dei due protagonisti, che ti saresti aspettato di vedere in ruoli opposti e che invece in questo modo sanno rendere — per bravura e sfumature di interpretazione ma anche per merito della direzione registica — sempre interessanti personaggi che potevano essere stereotipati. (...)
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Come di consueto ho scattato alcune foto alla Regista che si è presentata in tutta la sua semplicità, e ci ha illustrato il suo modo di operare nel dirigere attori di quel calibro.


Giuliano.

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